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Un incontro inaspettato


di Elisic
14.12.2021    |    1.589    |    7 9.8
"Questo lo eccitava da morire e lo incitava a spingere più a fondo..."
Elisa si era iscritta a quel sito di incontri extraconiugali un po' per noia un po’ per curiosità. Aveva creato un profilo semplice con foto che lasciavano intravedere ma molto soft e riservate.
Con sua grande sorpresa il numero di messaggi e di like fu inaspettato. Guardando con attenzione però la maggior parte dei contatti erano volgari e i profili inguardabili, un guazzabuglio di membri maschili oscenamente esposti. Alcuni a dire il vero notevoli ma troppo espliciti per lei.
Elisa era una donna elegante e raffinata, malgrado avesse passato abbondantemente i cinquanta grazie alla cura che aveva messo, sin da giovane, nell’alimentazione e nella cura del corpo conservava una figura ancora ammirata. Alta e longilinea, lunghe gambe, un sedere ancora formoso, vita stretta e seni piccoli la rendevano molto desiderabile. Col marito, un po’ più grande di lei le cose non andavano granché ecco perché si era ritrovata su quel sito.
Dopo un paio di settimane aveva deciso di cancellare il profilo quando fu attratta da un messaggio, il testo era intrigante e non volgare e sulla foto del profilo l’uomo indossava una camicia elegante. Caso più unico che raro su quel sito. Mario, questo era il suo nome, era moro, elegante, colto. Un po’ più giovane di lei ma questo non era un problema, certo sul profilo c’erano anche foto esplicite ma visto il tipo di sito non poteva certo pretendere di trovare un santo e forse neanche lo voleva.
Cominciarono a chattare con una certa frequenza e in modo sempre piacevole, tra l’altro abitava lontano dalla sua città e questo le dava la tranquillità di potersi aprire senza il rischio di un incontro casuale.
Per un lungo periodo le chiacchierate non toccarono neanche il sesso poi una sera, forse perché il marito non riusciva più a soddisfarla, forse perché lui con delicatezza l’aveva portata a quel punto e anche perché mai avrebbe pensato di incontrarlo, si lasciò andare completamente. Dando sfogo alle sue fantasie senza porsi alcun freno. In realtà anche se faceva la sostenuta aveva curiosato tra le foto del profilo di Mario ed era incredibilmente attratta dal membro dell’uomo, grosso, con una cappella lucida sporgente come piacevano a lei. Si era già toccata qualche volta guardando quelle foto ma quella sera senza spiegarsi il perché si era trovata a fare sesso virtuale con l’uomo arrivando a vette di piacere inimmaginabili. Mario si era trasformato da elegante e colto anfitrione a maschio alfa dominante e le aveva fatto toccare vette di godimento mai provate prima. Il tutto solo con le parole e con qualche immagine del suo membro scattate per lei. Lei da signora pudica e riservata si era trasformata per lui in una puttana da strada, dalla sua bocca erano uscite parole che mai avrebbe pensato di poter dire.
Da quel momento quando si incontravano in chat finivano sempre per fare sesso, virtuale ma incredibilmente soddisfacente.
Il fatto di essere sicura che non lo avrebbe mai incontrato le permetteva di aprirsi come mai aveva fatto pima con un uomo, Mario leggeva dentro di lei e faceva uscire la parte più perversa della sua personalità.
Lei era affascinata dal membro di Mario e questo la rendeva porca e libera, spesso anche da sola si toccava guardandone le foto.
Le cose proseguirono in questo modo per alcuni mesi ma un rapporto di questo genere non aveva nessun genere di sbocco e lei piano piano piano si allontanò dal sito e da Mario.
Erano passati alcuni anni quando per caso si ritrovo sul sito e incredibilmente ritrovo Mario. Ormai era sulla soglia dei sessanta e non pensava si potesse ripetere quanto era successo precedentemente. Ma la provocò e per lei la bobina si riavvolse e ritornò ai bei momenti del periodo precedente. In fondo che c’era di male? Si erano divertiti senza il bisogno di incontrarsi non sarebbe successo neanche adesso.
Un paio di mesi più tardi però successe l’irreparabile, avevano appena finito di fare sesso come ai vecchi tempi quando Mario le disse che la settimana successiva sarebbe passato dalla sua città per lavoro e gli avrebbe fatto piacere incontrarla per un caffè. Non era la prima volta che lui le chiedeva di incontrarlo anche se in situazioni diverse e con probabilità più remote, questa volta invece la cosa era reale, lui sarebbe stato a pochi chilometri da lei come avrebbe fatto a dire di no?
In realtà l’avrebbe visto molto volentieri, in un certo senso era un amico ma si era aperta con lui in maniera totale e si vergognava, il pensiero di incontrarlo per un caffè e sapere che lui sapeva di lei anche i segreti più nascosti la metteva in terribile imbarazzo.
Aveva cercato di stare sul vago adducendo impegni improrogabili ma quando la mattina del giorno fatidico lui le mando il messaggio per sapere se sarebbe venuta all’appuntamento, non resistette. In fondo anche lei era curiosa di conoscerlo dal vivo e si disse che era stupido e non da lei vergognarsi delle sue azioni, era un’adulta anzi a quasi sessant’anni una vecchia.
Si diedero appuntamento al caffè di un grande albergo dove anche se l’avessero vista in compagnia di un uomo nessuno avrebbe sospettato.
Malgrado avesse cercato di dare poca importanza all’incontro si era messa in tiro, gonna nera sopra il ginocchio con spacco laterale, camicetta bianca, intimo sexy comprato per l’occasione, autoreggenti e tacchi chilometrici che evidenziano le sue belle gambe. Un cappotto lungo e una sciarpa nascondevano strategicamente il tutto.
Entrò nella hall dell’hotel e si diresse verso il caffè, noto con piacere che gli sguardi della maggior parte degli uomini si era girato su di lei per ammirarla. Entrò nel caffè e si guardò intorno, lo riconobbe malgrado si fosse fatto crescere una barba brizzolata che aumentava il suo fascino. Era seduto ad un separé e quando la vide si alzo e le andò incontro. Si salutarono come vecchi amici con uno sfiorare delle guance, era la prima volta che si vedevano, che ne sentiva il profumo, si sentiva quasi come una liceale al primo incontro. Lui l’aiutò a togliersi il cappotto e la fece accomodare sedendosi accanto a lei. Mentre anche lui si sedeva, Elisa non poté fare a meno di notare la patta gonfia di Mario, sorrise tra sé era ancora in grado di fargli effetto. Aspettarono il cameriere con un certo imbarazzo, nessuno dei due sapeva come cominciare la conversazione, erano de estranei che conoscevano i desideri più intimi l’uno dell’altro. Si guardavano, si sorridevano ma non riuscivano ad avviare la conversazione, solo un banale, come stai, è più caldo del solito. Arrivate le ordinazioni fu Mario a sbloccare la situazione, con una sonora risata le disse “non trovi ridicolo che ci diciamo queste banalità visto come ci conosciamo?”
Da lì partì una conversazione serata ricordando episodi del passato piccanti e meno piccanti, in realtà erano più quelli piccanti. Lei si rese conto che quell’uomo le faceva di presenza lo stesso effetto che in quelle chat hot del passato e quando lui le appoggiò delicatamente la mano sulla coscia lei trasalì e un brivido le percorse la schiena. Mario conversava amabilmente mentre la sua mano risaliva lentamente lungo la coscia, aiutata dallo spacco aveva ormai superato il bordo delle autoreggenti. Si trovava in un locale pubblico lei avrebbe dovuto stringere le gambe e bloccarlo ma invece le allargò invitandolo a continuare. Le dita di Mario ormai le accarezzavano la passerina separate solo dal sottile strato del pizzo delle mutandine ormai fradicio dei suoi umori.
Si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò: “perché non continuiamo questa chiacchierata in un posto più riservato? casualmente alloggio in questo hotel” lei di rimando: casualmente?” con un sorriso.
Si avviarono verso gli ascensori, appena entrati lui la spinse verso la parete schiacciandola col suo corpo, la baciò con passione mentre le spingeva la mano tra le cosce sollevandole la gonna fino a raggiungere il suo frutto segreto, le spostò le mutandine e la penetrò con due dita. Era bagnatissima, aveva abbandonato la razionalità lasciandosi trasportare dalla passione e dal desiderio. In pochi istanti si era trasformata da una signora per bene alla puttana che tante volte era stata per Mario e con Mario in maniera virtuale ma questa volta lo era realmente e desiderava solo essere presa con forza e passione da lui come tante volte aveva fatto virtualmente.
Arrivati al piano si diressero alla camera, aperta la porta lui la spinse con il viso verso il muro, le tolse il cappotto, le sollevò la gonna sui fianchi, le spostò il filo del perizoma e finalmente sentì la grossa cappella che spingeva tra le labbra del suo sesso, quella cappella che tante volte aveva visto e con le cui immagini si era toccata e aveva goduto. Era enorme la stava allargando ma era talmente bagnata che entrava senza difficoltà.
La prese in quella posizione per un tempo infinito, poi all’improvviso si fermò, sentì che le appoggiava la grossa cappella sul buchino, lei spinse il culetto indietro per facilitargli la penetrazione. Il sesso di lui era bagnato dagli umori di lei, il buchino si aprì senza opporre resistenza e sentì il grosso membro che la penetrava, che la allargava, che la riempiva. Il piacere si diffondeva per tutto il corpo era quello che desiderava da tempo anche se forse neanche lei lo sapeva.
Mario cominciò a scoparla con furia animale, più lui spingeva più lei godeva, si sentiva una puttana e le piaceva. L’orgasmo esplose coinvolgendo ogni atomo del suo corpo e la lasciò tremante di piacere.
Quando si riprese si lasciò scivolare giù, si accovacciò davanti a lui, gli accarezza le fori cosce, salendo verso lo scroto, gli sollevò i grossi testicoli, le piaceva sentirne il peso e la morbidezza della pelle, poi prese la mano il membro, non più duro ma ancora gonfio, ammirò la splendida cappella, cominciò a leccarlo. Sentiva il sapore di lui mescolato al gusto leggermente salato del suo buchino, se lo mise in bocca e cominciò a succhiarlo. Lo teneva alla base con una mano mentre con l’altra gli accarezzava le palle guardandolo negli occhi. Lo sentiva gonfiarsi e in breve era di nuovo turgido e fiero. Lui con una mano sotto l’ascella la tirò su, lei gli avvolse le bracci intorno al collo e si tirò su avvinghiandosi con le cosce ai suoi fianchi. Mario con una mano le scostò le mutandine e le puntò il membro tra i petali del suo sesso. Lei si lasciò scivolare sullo splendido scettro di carne. Mario la appoggio al muro e cominciò a stantuffarla spingendoglielo dentro con le forti cosce.
Il ritmo era più lento ma le spinte forti e profonde, lei accompagnava il movimento di lui spingendosi con le cosce e gli orgasmi non smettevano di susseguirsi. Continuava a sussurrargli all’orecchio: “sono la tua puttana, scopami come una troia”. Questo lo eccitava da morire e lo incitava a spingere più a fondo. Un altro incredibile fiotto di sborra le riempi la vulva.
Lei sapeva che non avrebbe più potuto fare a meno di quell’uomo e del suo splendido cazzo, avrebbe fatto tutto quello che lui le avrebbe chiesto.
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